Le nostre ossa sono robuste in quanto nella loro costituzione hanno una componente minerale rappresentata principalmente da calcio e fosforo. Questa caratteristica è fondamentale perché il tessuto osseo deve resistere agli urti e agli sforzi a cui ogni giorno viene sottoposto.
In alcuni casi – e soprattutto nelle donne – la fragilità delle ossa può aumentare perché la quota minerale che le compone si riduce. Questa condizione prende il nome di osteoporosi ed è facile capire come con l’avanzare dell’età aumenti considerevolmente il rischio di fratture, che si verificano principalmente a livello del femore, delle vertebre e del polso.
In Italia, secondo il Ministero della Salute, l’osteoporosi interessa più di cinque milioni di persone, di cui la maggior parte è rappresentata da donne in post menopausa.
Le modificazioni fisiologiche delle capacità fisiche e motorie, che inevitabilmente si accompagnano all’avanzare dell’età, vengono ancor più accentuate dallo stile di vita sedentario che caratterizza buona parte della popolazione anziana, riducendone progressivamente l’efficienza fisica. La mancanza di un’adeguata e costante quantità di movimento accelera la progressiva perdita del tono muscolare – sarcopenia – e del contenuto minerale del tessuto osseo – l’osteoporosi appunto – tipiche dell’età̀ avanzata, con il conseguente aumento del rischio di fratture.
Un programma motorio personalizzato dovrà tener conto delle condizioni generali del soggetto, della sua abilità motoria, delle sue attitudini, della sua esperienza sportiva, nonché del tempo a disposizione e del contesto sociale in cui vive. Anche se non specificamente riferite alla terapia dell’osteoporosi, le linee guida OMS sulla promozione dell’attività fisica nella popolazione anziana indicano che la prescrizione dell’attività fisica deve basarsi sul concetto di gradiente di salute/efficienza fisica, o scala Salute-Fitness, in modo tale da realizzare obiettivi personalizzati per ciascun soggetto e che possiamo genericamente indicare in un mantenimento/miglioramento dell’efficienza fisica oppure dello stato di salute.
Per esempio, nei soggetti sani e fisicamente efficienti sarà importante mantenere ed eventualmente migliorare il grado di efficienza fisica, mentre in quelli fisicamente non efficienti – affetti da patologie correlate all’età ma ancora autosufficienti nelle loro attività quotidiane – l’obiettivo sarà quello di prevenire lo sviluppo di malattie croniche e di favorire un miglioramento delle loro capacità funzionali; infine per i soggetti cosiddetti fragili lo scopo del programma di attività fisica sarà rivolto soprattutto al miglioramento della qualità della vita e delle capacità funzionali, e orientato verso la riconquista di una sempre maggiore autonomia.
Esiste inoltre una specifica evidenza che chi pratica esercizio fisico a carico gravitazionale (esercizio in posizione eretta, contro gravità dunque) presenta una massa ossea maggiore rispetto a un soggetto sedentario, e che l’aumento di massa ossea è specifico proprio della sede scheletrica utilizzata nel movimento. Questo aspetto, per chi si occupa di attività fisica nell’anziano come nel caso del personal trainer, è fondamentale nella scelta degli esercizi da inserire nel programma motorio.